QUELLA VOLTA CON SAMUELE BERSANI
Nel 1992 firmai un contratto con la Pressing di Lucio Dalla il quale mi affidò immediatamente il lancio di un album di esordio di un giovane cantautore di Cattolica. Quando vidi la prima volta Samuele Bersani rimasi impressionato dalla profondità del suo sguardo oltre che dalla arguzia dei suoi testi. Non fui certamente l’unico ad accorgermene, tanto che nel suo disco d’esordio, “C’hanno preso tutto”, si decise per una copertina dove Samuele veniva colto nell’atto di sfilarsi un maglione con disegni fantasia. In quella foto risaltavano gli occhi (oltre al monociglio di gioventù), ma ad avere un grande successo fu inaspettatamente il maglione. Piccoli eserciti di fans di Samuele nell’inverno del 92, telefonavano in continuazione alla Pressing domandando dove potevano acquistare il maglione del disco. Il problema era che quel maglione non lo aveva nessuno tranne lui. Perché quel maglione lo aveva cucito la mamma di Samuele con le sue stesse mani. Fu allora che un’azienda di San Marino, la Phisique du Role, in quei giorni mi contattò chiedendomi di fare da mediatore per organizzare un incontro con la mamma dell’artista. Ne parlai con Samuele il quale, seppur con un filo di reticenza, ci diede appuntamento a casa Bersani poco prima di Natale del 92. L’amministratore del brand senza tanti fronzoli si disse interessato alla stampa e alla distribuzione su larga scala del maglione ed offrì alla mamma di Samuele un contratto di esclusiva a diversi zeri. L’offerta costrinse Samuele e sua madre ad una riunione improvvisata in cucinotto. Bastarono però soltanto cinque minuti a fare in modo che Samuele tornasse in salotto e con piglio deciso ufficializzasse a tutti noi la decisione definitiva: “Ci dispiace molto, ma non se ne fa nulla. Grazie a tutti e buona giornata”.
A cura di
Marco Stanzani
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