Ufficio stampa reale VS buzz digitale: come sopravvivere al caos promozionale senza vendere l’anima
C’era una volta l’ufficio stampa, quello vero.
Fax, comunicati stampa, interviste radio alle 7 del mattino e giornalisti che sparivano nel nulla dopo aver detto “forse lo mettiamo nel prossimo numero”.
Un mondo analogico, lento, ma con una qualità rara: la credibilità.
Poi è arrivato il buzz digitale, dove ogni like è una preghiera e ogni algoritmo un giudice supremo.
Il comunicato è diventato un carosello Instagram, e la rassegna stampa una raccolta di reel con titoli in caps lock.
Oggi un artista indipendente non può scegliere tra stampa e social.
Deve imparare a ballare su due piste contemporaneamente — e farlo con ritmo.
L’ufficio stampa: il vecchio regno che funziona ancora
Ha i suoi riti e i suoi tempi, ma l’ufficio stampa tradizionale sa ancora fare una cosa che i social non sanno: creare autorevolezza.
Un articolo su una testata nazionale, una recensione su una webzine di settore, un’intervista radio ben piazzata: sono ancora leve di fiducia.
Parlano ai giornalisti, agli addetti ai lavori, ai futuri partner.
E soprattutto: non spariscono dopo 24 ore.
Il buzz digitale: il caos necessario
Nel 2025, se non sei su TikTok, sembri un fantasma.
Ma anche nel caos dei feed, si può fare strategia.
Newsletter, contenuti video, Spotify Canvas, Discord e community private: il digital buzz è il terreno dove costruisci relazione.
Qui non basta essere bravi: bisogna essere presenti, costanti, coerenti.
La strategia combinata: unire credibilità e visibilità
L’artista indipendente di oggi deve essere un po’ PR e un po’ content creator.
Ecco come:
- Pre-lancio → teaser social + comunicato stampa
- Lancio → intervista radio + live streaming
- Post-lancio → recensione su blog + reel backstage + repost dei fan
Non è (solo) fatica. È metodo.
Un artista che unisce carta e pixel non è un compromesso: è un professionista completo.
L’ufficio stampa ti dà credibilità.
Il buzz digitale ti dà visibilità.
Combinati, diventano la tua voce nel rumore.
Perché la verità è che anche nel 2025, la promozione musicale non è magia.
È strategia — e un pizzico di convinzione nel cantare la tua storia, ovunque serva.
