10 considerazioni del tutto personali di un osservatore vagamente esasperato
Nel mondo della musica digitale, dove ogni giorno nascono più canzoni che bambini, Spotify ha deciso di fare pulizia: via 75 milioni di brani generati da intelligenze artificiali, etichettati come “spam”. Una mossa che ha fatto tremare i server e piangere i bot.
Ecco 10 riflessioni semiserie su questo colpo di spugna storico.
La primavera è arrivata anche su Spotify
Altro che pulizie di casa: Spotify ha fatto decluttering digitale.
Marie Kondo sarebbe orgogliosa. Se un brano non “porta gioia”, via nel cestino — anche se lo ha composto un algoritmo con un cuore di silicio.
L’AI ha superato il trapper medio
75 milioni di brani spam in pochi mesi.
L’AI ha pubblicato più musica di quanta la discografia italiana abbia potuto digerire. E senza chiedere un contratto.
Il silenzio è il nuovo trend
Forse torneremo ad ascoltare musica che non suona come un frigorifero in crisi esistenziale.
Più spazio per le playlist “Lo-Fi per piangere in bagno”.
Creatività vs. Calcolo
Spotify ammette: l’AI è “incredibile ma inquietante”.
Va bene per scrivere una bio, non per sfornare 300 album “techno medievali” a settimana.
La vera hit? Delete All.mp3
Il brano più ascoltato del mese è stato il silenzio: liberatorio, profondo, umano. L’AI lo aveva previsto. Spotify l’ha cancellato.
Troppa acqua nel mare
Tra remix di remix e “Track_final_v3”, serviva spazio.
Gli artisti veri non respiravano più.
Monetizzare il nulla
Molti brani AI esistevano solo per raccattare centesimi di royalty.
Spotify ha detto basta: l’aria è gratis, la musica no.
L’AI ha bisogno di un manager
Vuoi fare musica, caro algoritmo?
Trovati un produttore, un’etichetta, e soprattutto… un ego.
Chi decide cos’è spam?
Se un brano AI è brutto, è spam.
Se è brutto ma umano, è arte? Il confine si fa sottile.
Il futuro è (ancora) umano
L’AI non potrà mai sostituire la capacità di commuovere, stupire, emozionare.
Almeno finché non scriverà una canzone capace di farci ballare e ricordare la nostra infanzia.
👉 Spotify ha fatto ciò che ogni discografico sogna da anni: premere “elimina” su milioni di brani inutili.
Ma attenzione: l’AI è paziente. Sta già scrivendo il suo prossimo album.
Titolo provvisorio: Revenge of the Algorithm.