DELLA MORTE DELLE EDICOLE

Marzo 22, 2024

Il mio amico Umberto mi ha confessato recentemente di aver ritrovato alcuni vecchi numeri di FRIGIDAIRE, la rivista culturale italiana di fumetti, rubriche, inchieste giornalistiche, musica e quant’ altro.

Io iniziai a comprarla nel 1980 perché c’erano fumetti di Rank Xerox e Zanardi creati da Andrea Pazienza, ed insieme a lei facevo incetta di Rockstar, Rockerilla, il Mucchio Selvaggio, Ciao 2001, e così via.

Non sempre avevo i soldi per comprare tutto, e quindi con la faccia tosta che mi aveva reso celebre nel mondo, spesso mi dilungavo in edicola a sfogliare le riviste per fare incetta di quante più informazioni potessi immagazzinare, prima che il giornalaio mi cacciasse in malo modo.

La mia edicola preferita era in pieno centro storico a Bologna. Li c’era un viavai pauroso e potevano trascorrere molti minuti prima che ci si accorgesse che stavo leggendo giornali “a sbafo”. Passavano anziani a ritirare il Carlino prenotato, ragazzine a domandare Dolly col rossetto in omaggio, professionisti in giacca e cravatta che buttavano di nascosto Playboy o Le Ore in mezzo a Riviste di Architettura o Arte. Io ero pazzo per la musica, mi interessava tutto quel che arrivava da Londra, coinvolto emotivamente come ero da tutta quella contro-cultura della quale a 16 anni non capivo gran che, ma che a Bologna aveva creato una forma di “serendipità-culturale”, ovvero un’alta concentrazione di eventi, immagini e persone che proprio grazie alla stretta convivenza in un unico luogo, avevano trovato con facilità il modo e le occasioni per creare nuove forme culturali.

Radio Alice, Il Dams, nel 1980 vennero i Clash in piazza a Bologna e Popster improvvisamente iniziò a chiamarsi Rockstar. Io dipendevo dalle penne di Peppe Videtti, Stefano Bonagura, Paolo De Bernardin, Federico Guglielmi, Stefano Mannucci, Massimo Cotto, Enrico Sisti, Giampiero Vigorito, dalle foto di Guido Harari, ero schiavo della rubrica “Culture Club” di Pier Vittorio Tondelli. Quel che loro dicevano per me era legge.

Quell’edicola era per me come la Mecca per un Musulmano, solo che il mio Ramadan durava 365 gg all’anno tanto ero attratto da qualsiasi recensione o intervista.

Perché ci siamo rassegnati alla scomparsa delle edicole e non abbiamo fatto nulla per preservarle in qualche modo?

Me lo sono domandato ieri mattina quando sono passato per il centro e ho visto che quell’edicola che aveva sorretto la mia adolescenza, ora ha chiuso.

E mi sono sentito come se con lei, fosse morto anche una piccola parte di me.

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